martedì 28 febbraio 2012

Oscar 2012 Fashion Review


Per una volta, solo per una volta, andiamo subito al sodo. Se qualcuno mi chiedesse qual' è stato, a mio avviso, il tema dominante e l'atmosfera che si respirava durante la cerimonia degli Oscar appena conclusasi, risponderei senza alcun indugio: vintage, un salto acrobatico dagli anni ‘20 agli anni ’50, una collezione di figurini usciti fuori dritti dritti dalle pagine di una rivista di moda di altri tempi.

E non è solo per le cinque nomination vinte dall’annunciatissimo “The Artist”, emblema di come il sentimento nostalgic-chic vince anche sul grande schermo … quest’anno dive, starlette, stylist, hanno attinto a piene mani dai guardaroba delle loro mamme, nonne, prozie di 3° grado, chi con risultati vincenti e inaspettati, chi devastando completamente il significato della parola “stile”.






 Luminosa Milla Jovovich, eterea Rooney Mara, virginale Shailene Woodley ( via Zimbio.com)



Colore dominante del red carpet degli Academy Awards 2012 è senza dubbio il bianco: in ogni sfumatura e versione, luminoso e molto art decò per Rooney Mara che, svestiti i panni androgini di Lisbeth Salander in "Millenium-Uomini che odiano le donne", mostra il suo lato chic con uno splendido abito disegnato su misura da Riccardo Tisci per Givenchy e... non so, più guardo le foto e più mi ricorda una di quelle ninfe pericolose e seducenti che sorridono ammiccanti in un dipinto di Klimt.  Bianco virginale, quasi monastico per la giovanissima Shailene Woodley, vestita Valentino Couture : ho letto un po’ in giro alcune critiche per l’abito troppo casto, troppo morigerato.. andiamo, non ha neanche l’età per bere alcolici negli Stati Uniti, avrà tutto il tempo per sfoggiare mise più ardite e sexy! L’ eleganza non sempre va a braccetto con la pelle nuda. Scintillante Milla Jovovich, che dimostra come un passato da super-mega-top-model sia la dote più importante da sfoggiare durante una passerella più difficile di quella a picco sull’oceano, tipica delle navi corsare: avvolta in uno splendido abito monospalla firmato Elie Saab, sfoggia un raccolto tutto boccoli e sorride con labbra rosse brillanti.. e guardando la foto, mi sento trasportata di colpo durante gli anni d’oro di Hollywood.

Gwyneth Paltrow vince il titolo di Best dressed, seguita a ruota da Sandra Bullock ( via Zimbio.com)



Regna su tutte lei, l’unica ad aver capito l’antica e giusta lezione “less is more”, l’unica anche a saper portare con estrema semplicità il più splendido degli abiti. Gwyneth Paltrow con passo felino balza in testa e conquista il titolo di best dressed con un sogno firmato Tom Ford: abito dalle linee pulite, asciutto ed essenziale con cappa candida che copre le spalle dal bizzoso clima californiano (cappa che sembra sia stata abbandonata durante il party di Vanity Fair successivo alla premiazione, con grande disappunto dello stilista). A che servono i tessuti preziosi, i ricami, l’eccentricità, se basta indossare qualcosa del genere ed essere assolutamente perfetta? Ecco, casomai dovessi sposarmi, vorrei un vestito del genere (più probabile tuttavia che diventi Premio Nobel per la Pace). A sorpresa inserisco anche Sandra Bullock tra le mie personalissime preferenze: il suo abito, firmato Marchesa, era assolutamente splendido e adatto all’occasione, black & white, con scollo morbido e ampio, impreziosito da ricami dorati a foglia di alloro. Diciamo che l’attrice, che normalmente non figura tra le star famose per il loro senso dello stile, ha tirato fuori il suo asso dalla manica.

Octavia Spencer VS Jennifer Lopez ( via Zimbio.com)



Il bianco unisce e divide, esalta il fisico e massacra le forme, è tutta una questione di scelta: secondo voi chi si salva nel confronto tra Jennifer Lopez e la vincitrice come miglior attrice non protagonista Octavia Spencer? Ma la burrosa afro-americana naturalmente, che esalta le proprie curve avvolta in un morbido abito firmato Tadashi Shoji, con strategico gioco di drappeggi ad enfatizzare il punto vita. Non si può dire lo stesso per l’inossidabile  chica latina che, strizzata in un abito laminato di Zuhair Murad dalla medesima linea, mostra troppo di tutto: troppe pieghe, troppa scollatura, troppo derrière... e soprattutto, troppo stretto.

Romantica Emma Stone, ba-rock Jessica Chastain, very vintage Natalie Portman ( via Zimbio.com)



Allure di altri tempi, ma colori più strong per la prossima tripletta di attrici che vantano scelte felici, ottime stylist o semplici colpi di fortuna. Emma Stone, incanta con il suo sorriso più dolce e il suo romanticissimo dress rosso fragola firmato Giambattista Valli, Jessica Chastain svela la sua anima ba-rock, avvolta in uno splendido e lussuoso abito nero firmato Alexander Mc Queen, con sontuosi ricami dorati, smorzata solo dal make-up trasparente e dall’acconciatura naturalissima: ottima lezione su come evitare l’effetto too much. Infine la ragazza della porta accanto Natalie Portman fa decisamente suo l'insegnamento del vintage, non semplicemente ispirandosi agli anni ’50 ma indossando un abito del 1954 della collezione Haute Couture di Christian Dior: aggiungici un luminosissimo collier di brillanti e voilà, nessun altro outfit potrebbe sembrare più attuale.

Tina Fey VS Michelle Williams ( via Zimbio.com)



Tendenza peplum dress, con esiti diversi per Tina Fey e Michelle Williams: la comica e producer sfoggia un abito Carolina Herrera total black e di un tessuto pesantissimo che certamente non le dona: mettici in più la balza altezza fianchi e ciao, ritenta l’anno prossimo. Più riuscito l’abbinamento dress corallo e clutch rosa baby di Michelle Williams, avvolta in un tripudio di plissè firmato Louis Vuitton, con tanto di fiocchetto dorato in vita, delicato e tenero ma certamente non di impatto per un red carpet.

Inquietante Kate Mara, più virile e meno sirena Glenn Close, noiosamente dark Angelina Jolie ( via Zimbio.com)



Risultati poco convincenti per il prossimo trio di attrici; non meritano decisamente la bocciatura, ma non riescono del tutto nell’intento, insomma meritano un bel ni. Decisamente il caso di Angelina Jolie, in sontuoso maxi-dress firmato Atelier Versace, che conferma il suo fascino dark da regina delle tenebre: bella, pericolosa ma anche noiosa, sarebbe ora di cambiare un po’, sperimentare … ma non nelle pose. Quelle vanno totalmente accantonate, assieme allo spacco, almeno non inguinale come quello di Belen. Sguardo inquietante e abito zuccherino per Kate Mara: decisamente un mix che non perdona, assieme a quella specie di manica, un po’ spallina scesa, un po’ avanzo di stoffa buttato casualmente. E lei è meglio che prenda lezioni di posa, anche da Angelina va bene. C’era quasi Glenn Close, in abito con giacca verde bottiglia di Zac Posen: bello il taglio virile sopra, un po’ meno l’allure sirena sotto, che di certo non slancia la figura. Se avesse sostituito l’abito con un paio di pantaloni ampi non avrebbe avuto rivali, così come nel posare davanti ai fotografi. Angelina prendi appunti.

DIY per Lea Thompson, inferno rosso per Jane Seymour, il Diavolo veste Prada ma non Meryl Streep ( via Zimbio.com)


Toppano totalmente le prossime aspiranti regine del red carpet, facendo anche loro man bassa degli insegnamenti della moda degli anni passati: si, ma di quelli sbagliati. Trionfo di paillettes e degli eccessi propri degli anni Ottanta per Lea Thompson, che sfoggia orgogliosa una tenda di lustrini argento con annesso plaid grigio perla. L’attrice ha scritto orgogliosamente su Twitter di averlo cucito da sola: ecco un buon motivo per dedicarsi al punto croce piuttosto. Jane Seymour dimostra che esiste una vita dopo i cinquanta, assieme a dei fianchi sottili e ad una figura tutto sommato armoniosa; del buongusto, invece, non vi è traccia, forse sommerso da metri e metri di stoffa glitter rosso fuoco che compongono il suo abito. Congratuliamoci infine con Meryl Streep, per il suo terzo Oscar come migliore attrice protagonista. Fatto? Ecco, basta così. E sorvoliamo sulla sua veste lamè drappeggiata, firmata Lanvin: ma dico io, aver girato Il Diavolo veste Prada non ti ha davvero insegnato nulla?

Speranzosa Viola Davis, indecisa Melissa Leo, accecante Nancy O'Dell (via Zimbio.com)


E infine chiedo un minuto di silenzio di fronte allo scempio che hanno compiuto queste scellerate. Non è appannaggio di tutte riuscire nell’impresa ma LORO hanno trionfato, sbaragliando la concorrenza. Viola Davis mostra tutto il suo coraggio indossando un abito di dubbio gusto di Vera Wang: passi il colore, ma il resto? Il corpetto strizzato proprio non le dona, mentre sul fondo plissè e balze sembrano fare a gara a chi conquisterà gli ultimi centimetri dell’orlo. Il coraggio passa anche dai capelli, anzi da quelli che non ci sono, anche se una parrucca (come quelle di solito indossate dall’attrice) avrebbe certamente fatto onore all’evento: la cerimonia degli Oscar non è il momento adatto per voler far sfoggio di naturalezza. Ha le idee confuse Melissa Leo: sobrietà o sontuosità? Low profile o allure da diva? Nell’indecisione pesca da entrambi i lati e il risultato è un bizzarro mix di paillettes e colletto da educanda firmato Reem Acra, davvero l’abito più strano, amorfo e senza anima che io abbia mai visto. Spero che almeno l’abbiano pagata per averlo indossato. In ultimo, deliziatevi con la sobrietà di Nancy O’Dell, star della tv americana che meriterebbe l’interdizione a vita non solo dai red carpet ma anche dai tappetini con su scritto "welcome" che stazionano fuori dalle vostre porte. Va bene che il colore fluo è il nuovo trend di stagione, ma qui si esagera. Forse voleva avere la certezza di ritrovarsi in mezzo alla platea durante le riprese dall’alto … e visto che il colore da solo non le sembrava abbastanza high impact, ha optato anche per ricami in pizzo color grigio ferro, che abbelliscono la scollatura invereconda. Ed io rimpiango quando il cinema non aveva ancora scoperto il technicolor.

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