martedì 27 marzo 2012

Troppo giovani, magrissime e squattrinate

Un'immagine impietosa, quella che sembra uscir fuori dalle indiscrezioni a seguito delle Fashion Week appena giunte a conclusione. Non è tutto oro quello che luccica: oltre all'anoressia, alla droga, alle molestie sessuali e quant'altro minacci le giovanissime modelle che attraversano con la loro sinuosa falcata le passerelle delle capitali della moda, adesso ci si mette anche lo spettro dei debiti e dei mancati pagamenti.

Si, perchè non esistono solo le top model. E se mostri sacri come Giselle Bundchen, da tre anni in vetta alla classifica delle top più pagate del mondo, macinano guadagni di oltre 150 milioni di dollari, ecco che fanno capolino tutta una serie di semisconosciute e volti nuovi, modelle bambine, troppo giovani e inesperte per poter tutelare i proprio guadagni, spesso molto esigui.

La bomba è scoppiata grazie al sito jezebel.com, che ha diffuso e documentato l'esperienza di Hailey Hasbrook, 17enne studentessa dell'Oregon e volto nuovo della NY Fashion Week, che, a fronte di una collaborazione lavorativa con lo stilista Marc Jacobs, della durata complessiva di 30 ore, si è ritrovata a ricevere un pagamento "in natura", ossia un outfit completo, invece di un compenso in denaro. E se la modella alle prime armi, si è mostrata più che soddisfatta per il pagamento ricevuto, diversa è stata la reazione dell'opinione pubblica. Mentre, infatti, il Council of Fashion Designer of America, l'organizzazione che rappresenta e regolamenta le principali case di moda americane, ha sancito il divieto assoluto di far sfilare modelle al di sotto dei 14anni, mentre le under18 non possono lavorare oltre la mezzanotte, in difesa dei guadagni delle indossatrici si è mosso il Model Alliance, organizzazione no-profit nata per tutelare e sancire una categoria lavorativa che sembra essere non particolarmente tutelata dal sistema americano.

Ad attivarsi in questa direzione, sono proprio ex-modelle, reduci da esperienze decisamente negative: oltre al già citato Jezebel, di cui è redattrice Jenna Sauers, una breve esperienza di modella alle spalle e una storia di debiti accumulati con varie agenzie, figurano tutta una serie di protagoniste del patinato mondo della moda, che hanno scelto di denunciare quelli che sembrano essere malcostumi ormai consolidati nel fashion system. Così ad un Marc Jacobs, che risponde alle accuse con un laconico tweet dove dichiara: "Le modelle vengono pagate in abiti. Se non vogliono lavorare con noi, non sono obbligate a farlo.", fanno seguito le dichiarazioni di Sara Ziff e Caitriona Balfe, due mannequin che hanno visto sfumare i loro guadagni per un valore complessivo di 300.000 dollari.

A quanto pare a New York funziona così: una modella, per quanto patrocinata da un'agenzia, resta una lavoratrice freelance, a differenza di quanto viene regolamentato in Francia, dove le modelle sono impiegate a tutti gli effetti. Ciò comporta che, in caso di mancato pagamento da parte del committente, l'agenzia può rifiutarsi di pagare il dovuto alla modella. E se è invece, l'agenzia a non poter pagare, causa ad esempio bancarotta, la modella non vede comunque riconosciuti gli incarichi svolti e non ha diritto a ricevere il compenso, a meno che non riesca a dimostrare in tribunale di aver sfilato per tizio, o aver posato per uno shooting per caio, impresa ardua per una modella che ha accumulato diversi lavori nel tempo.

Una bella rogna, a cui si aggiunge l'aggravantedella dipendenza dall' agenzia stessa, splendida organizzazione che può permettere ad un volto nuovo tutta una serie di incarichi e ingaggi, trattendo però percentuali che vanno dal 20 fino al 70%. E non si sta parlando di piccoli barracuda in un mare di organizzazioni truffaldine, ma dei grandi squali che gestiscono i contratti delle top model; che arrivano, come nel caso di Jenna, a farle accumulare debiti, tra viaggio, vitto, alloggio, prove fotografiche e quant'altro, per un totale di oltre 5.000 dollari. Costringendola a perseverare in un'attività lavorativa di certo non remunerativa. Leggendo la sua testimonianza, si resta quantomeno scossi, da quanto esigui possano essere i compensi  delle grandi case di moda: 4 ore di lavoro per Issey Miyake per un totale di 215 euro, 8 ore di shooting fotografico a Parigi per un totale di 240 euro, foto di prova per una copertina di Glamour Italia (che non c'è mai stata) per 50 euro al giorno: se a questo si aggiunge il 70% di commissione che tratteneva l'agenzia Elite, si capisce come Jenna possa aver accumulato un così ingente debito. In confronto, il pagamento in abiti diventa un trattamento da nababbi.


Che si tratti di modelle americane, quindi, o di giovani stagisti inglesi che lavorano gratis in case di moda del calibro di Vivienne Westwood e Alexander Mc Queen, la storia sempre essere sempre la stessa: persiste la cattiva abitudine di sfruttare coloro che cercano di ritagliarsi una proprio spazio nel mondo della moda. Ed è triste pensare che queste giovanissime ragazze, si trovino nella condizione di dover fare i conti con un sistema che le vuole sempre più magre, sempre più attive e disponibili, e che pretenda anche di non pagarle. A questo punto, è davvero così appetibile una carriera da modella?

2 commenti:

  1. Articolo fantastico, complimenti!
    Forse le ragazze che iniziano questo lavoro dovrebbero essere più informate sulla realtà che le attende...purtroppo non posso diventare tutte angeli di Victoria Secrets ma soprattutto le camere della moda dovrebbero sviluppare una regolamentazione più equa.

    eli
    eli-a-porter.blogspot.com

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