venerdì 23 marzo 2012

Fratelli (stilosi) d'Italia

Ci siamo quasi: ancora qualche mese di attesa, poi finalmente potrete dedicarvi alla vostra attività sportiva preferita, dare sfogo alla vostra rabbia agonistica, magari ripassandovi un pò l'inno d'Italia... davanti alla tv. Si, perchè è ufficialmente partito il countdown per Londra 2012, con il conseguente codazzo di spot e campagne pubblicitarie giusto per ricordarvi, casomai ve lo foste dimenticato, l'inizio dei giochi olimpici. E mentre atleti da ogni parte del mondo si stanno facendo una mazzo così per regalarvi grandi emozioni, ecco spuntare le prime presentazioni delle divise ufficiali.

Finiti i tempi in cui bastava una tuta in puro acrilico o un serissimo tailleur per presenziare degnamente la cerimonia d'apertura, gli olympic team sono ormai da anni impegnati nella ricerca di uno sponsor che sappia dare giusto risalto ai corpi statuari degli atleti olimpici, per la serie: il medagliere piange, ma almeno è griffatissimo. Così, dalle tradizionali sponsorizzazioni con i colossi dell'abbigliamento sportivo, si è passati alle collaborazioni con grandi stilisti.

E' il caso del team USA e Ralph Lauren: lo storico marchio, sinonimo del preppy in tutto il mondo, è infatti creatore ufficiale delle divise per la cerimonia di apertura e chiusura della squadra olimpica dal 2008. Le nuove divise per Londra 2012, presentate in anteprima ufficiale durante la New York Fashion Week, sono state salutate dal fashion establishment come un elegante omaggio ai giochi olimpici del 1948, con elementi presi dalla moda degli anni '30 e '40 e l'onnipresente giocatore di polo sul petto.

Ralph Lauren for USA Olympic Team London 2012 (via diarydirectory.blogspot.com)
Controversa la risposta della Gran Bretagna di fronte alle divise del team olimpico disegnate da Stella McCartney per Adidas. Alla presentazione ufficiale, tenutasi nello storico scenario della London Tower, hanno fatto seguito una serie di polemiche su Twitter per quella che è sembrata essere una divisa "troppo scozzese". Il motivo? L'aver sostituito al colore rosso della Union Jack che campeggia su canotte e maglie un più freddo turchese, relegando l'originario color rubino su colletti, calzini e scarpe. Per la serie "Non toccateci la bandiera, siamo inglesi". La stilista ha motivato la scelta partendo dal presupposto che la bandiera britannica fosse talmente un'immagine riconoscibile da consentirle di stravolgerla un pò e portarla fuori dalla sua comfort zone. Intanto il team inglese si è mostrato molto favorevole e ha dimostrato da subito di apprezzare il kit (...e te credo!)

Stella McCartney for Adidas for GB Olympic Team London 2012 (via Fashionista.com)
E mentre Cedella Marley, figlia della leggenda del reggae Bob Marley e designer di successo, si occuperà delle divise Puma per la squadra olimpica jamaicana, pensate per "essere come una seconda pelle" per gli atleti, la Repubblica dell'Azerbaijan, ricca regione caucasica situata tra Turchia  e Iran, si è rivolta all'italianissimo Ermanno Scermino per la divisa ufficiale della propria squadra olimpica, con la speranza di eccellere se non in prestazione atletica, almeno in eleganza.

Più che speranza, è garanzia di eleganza, l'accordo di sponsorizzazione tra lo stilista Giorgio Armani e il Coni. Gli atleti italiani che voleranno a Londra il prossimo 27 Luglio, vestiranno infatti stilosissime quanto segrete divise griffate EA7, linea di sportswear del gruppo Armani, attiva dal 2004 nella realizzazione di capi per lo sport eleganti e altamente performanti. Un bel colpo per re Giorgio: prima di lui, il marchio Freddy, che aveva vestito il team olimpico per i giochi di Pechino (Ricordate le tute simil-domopak color argento?) investendo circa il 15% del proprio fatturato in questa sponsorizzazione, ma garantendosi un ritorno d'immagine ingente e un aumento del fatturato nel 2009, di circa 56 milioni di euro in totale. E se la divisa ufficiale è ancora ammantata di mistero, non si può dire lo stesso della campagna pubblicitaria che verrà lanciata ad Aprile, dall'emblematico titolo "Sense of Being": sette scatti per sette discipline diverse, con atleti stranieri e italiani, resi in un iconico bianco e nero ed accompagnati da una frase che sintetizza la visione dello sport secondo EA7: etica e duro lavoro. In quest'ottica, la fatica, lo slancio agonistico, anche la sconfitta, tutta ha un senso: così Luca Dotto, argento ai campionanti del mondo di nuoto per i 50 metri stile libero, si tuffa in acqua mentre lo slogan recita: "Andare sotto per risalire sopra. Ha senso".

Ea7 Campaign for Olympic Games London 2012 (via Telegraph.uk)

Tanta carne a cuocere, quindi, per i big brand della moda, che non perdono occasione per reiventarsi ed uscire fuori dalla solita cerchia delle fashion victim: nonostante internet, il 2.0, l'e-commerce ed i social network, la sponsorizzazione resta una delle strategie più praticate e che, alla lunga, si rivelano essere vincenti. Dalle passerelle agli anelli di uno stadio il passo è breve, soprattutto se a farlo è un campione olimpico.

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